Muoversi 2 2022
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LA RAFFINAZIONE FONDAMENTALE PER LA SICUREZZA ENERGETICA DELL’ITALIA

LA RAFFINAZIONE FONDAMENTALE

PER LA SICUREZZA ENERGETICA DELL’ITALIA

intervista a Rosario Pistorio

di Marco D’Aloisi

Rosario Pistorio

AD Sonatrach
Raffineria Italiana

La raffinazione stava già attraversando un periodo difficile, ora aggravato dal conflitto Russia-Ucraina. Quali sono le difficoltà maggiori che state incontrando, anche in termini operativi?

Il conflitto ha amplificato la tendenza già in atto dell’aumento dei prezzi delle materie prime, tra cui grezzo e gas, visto il peso della Russia in tali settori.

In questo contesto, le difficoltà maggiori per la raffinazione rimangono oggi quelle essenzialmente legate ai costi energetici: già dagli ultimi mesi del 2021 le marginalità dei prodotti non compensavano l’aumento del costo del gas naturale e dell’energia elettrica.

A questo si è aggiunto un aumento esponenziale, e ben oltre le previsioni dello scorso anno, dei costi relativi ai meccanismi ETS (quote CO2) che contribuiscono a rendere la raffinazione in Italia meno competitiva sui mercati globali che rilevano prezzi di commodities energetiche significativamente più bassi e dove spesso non esiste un sistema equivalente all’ETS europeo. 

Un terzo aspetto, assolutamente da non sottovalutare, è quello legato all’aumento del prezzo del grezzo, ovvero l’accresciuto fabbisogno di capitale circolante, che un Brent stabile sopra i 110 dollari richiede.

Infine, da un punto di vista logistico, il Mar Nero rappresenta per il nostro settore un’area importante dove sono presenti importanti porti di caricazione per materie prime, semi lavorati e prodotti finiti non solo di origine russa e, quindi, sicuramente l’attuale crisi si ripercuote sulla catena di approvvigionamento anche se bisogna sottolineare che il sistema di raffinazione italiano (secondo in Europa solo alla Germania) oggi è in grado di processare grezzi provenienti da tutto il mondo.

Trovarsi al centro del Mediterraneo vuol dire avere un accesso più agevole ad altri mercati per quanto riguarda i prodotti finiti ma, soprattutto, una maggiore facilità nel reperimento del crude oil, se comparato, ad esempio, rispetto alle raffinerie situate nel Centro Europa. E questo non è un fatto secondario

L’essere al centro del Mediterraneo e quindi su una delle principali rotte del traffico petrolifero, in questo momento, è un vantaggio o uno svantaggio?

Risulta essere uno degli elementi di forza non solo di Sonatrach Raffineria Italiana ma dell’intero sistema di raffinazione italiana. Trovarsi al centro del Mediterraneo vuol dire avere un accesso più agevole ad altri mercati per quanto riguarda i prodotti finiti ma, soprattutto, una maggiore facilità nel reperimento del crude oil, se comparato, ad esempio, rispetto alle raffinerie situate nel Centro Europa. E questo non è un fatto secondario perché garantisce una regolarità nelle forniture di prodotti finiti assicurando un approvvigionamento molto diversificato e una buona flessibilità operativa.

Ci può aiutare a capire meglio le dinamiche di una raffineria posto che il petrolio è la materia prima da lavorare e dunque una voce di costo. Come ci si approvvigiona, quanto tempo passa tra l’acquisto del greggio e la vendita del prodotto finito, quali possono essere i rischi finanziari.

Si tratta di un procedimento complesso. A partire dal momento in cui il carico di grezzo arriva in raffineria passano almeno dieci giorni tra operazioni di discarica e presa in carico, cicli di lavorazione e variazioni inventariali per arrivare al prodotto finito pronto alla flangia di caricazione.

Si deve tuttavia aggiungere che nella maggior parte dei casi il prezzo di questo carico di grezzo viene riferito a cinque quotazioni del Brent (per la maggior parte dei casi o ICE/WTI) dopo la fine della caricazione al porto di origine spesso distante tra i 3 e i 10 giorni. C’è, pertanto, un intervallo che oscilla tra i dieci e i venti giorni tra la definizione del prezzo del grezzo e la definizione del prezzo del prodotto che viene immesso nella grande distribuzione. 

In questo intervallo, si verificano tutta una serie di oscillazioni tra i vari marker (Brent, ICE, WTI) e i crack dei prodotti (gasolio, benzina, etc.) da cui deriva quella che in gergo viene definita l’esposizione al “rischio pricing”, mitigato in parte con l’adozione di procedure specifiche di risk management.

La stessa esposizione, ovviamente, avviene sul fattore di cambio euro/dollaro considerando che le vendite dei prodotti finiti avviene in euro mentre l’acquisto delle principali materie prime in dollari ed anche in questo caso esistono dei meccanismi di parziale protezione gestiti con apposite procedure per mitigare il cosiddetto rischio Forex (Transaction Risk).

Infine, come si può immaginare, esiste anche un tema di natura finanziaria legato alla gestione del flusso di cassa soprattutto alla luce del fatto che vi è una dilazione dei tempi tra vendita e approvvigionamento, da cui deriva una criticità di gestione dei termini di pagamento, nonché tutta una serie di strumenti di natura finanziaria che anche in questo caso possono mitigare una esposizione cosi significativa.

La raffinazione ha un ruolo strategico soprattutto in un momento come questo in cui la parola diversificare, per molto tempo interpretata in termini fortemente ideologici, è diventata centrale. Un sistema così forte rende l’Italia non solo un player importante nel settore, ma assicura livelli di sicurezza negli approvvigionamenti

In questi ultimi tempi si è parlato molto della necessità di diversificare gli approvvigionamenti per essere meno esposti a crisi come quella che stiamo vivendo. Che ruolo può avere la raffinazione?

La raffinazione ha un ruolo strategico soprattutto in un momento come questo in cui la parola diversificare, per molto tempo interpretata in termini fortemente ideologici, è diventata centrale. Per fare un esempio: mentre il gas viaggia fondamentalmente via “tubo” o attraverso i pochissimi rigassificatori che abbiamo, il sistema della raffinazione italiana ha undici raffinerie e due bioraffinerie, quasi tutte costiere che, pertanto, possono ricevere approvvigionamenti con continuità da tutte le parti del mondo mediante navi cisterna. Un sistema così forte rende l’Italia non solo un player importante nel settore, ma assicura livelli di sicurezza negli approvvigionamenti superiori a quelli del Nord Europa. Un esempio su tutti: gli inventari del diesel, in seguito al blocco delle importazioni di gasolio in Europa dalla Russia, sono crollati nell’area di Amsterdam, Rotterdam, Anversa, mentre in Italia, seppur presente, il fenomeno è stato meno significativo.

Proprio per questa sua funzione di mantenimento della sicurezza negli approvvigionamenti la raffinazione ha la necessità di essere fortemente riconosciuta come strategica anche in un contesto di transizione energetica dove può e deve giocare un ruolo attivo. L’attuale crisi internazionale ha fatto emergere chiaramente la necessità di ripensare al tema della sicurezza energetica nazionale e in questo contesto la raffinazione rappresenta già oggi un valore aggiunto nel panorama europeo.